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AIKIDO SHION

Scuola di Aikido

Il significato di Shion

Reishiki

Reishiki è una parola giapponese che noi  traduciamo con la parola etichetta. Reishiki è composta da due  caratteri: REI che significa saluto cortesia etichetta, e SHIKI che significa: cerimoniale, formalità, rito.


Privato  del concetto di Reishiki, i Budo non sono che dei metodi violenti di  combattimento. La padronanza dell’ etichetta è dunque una manifestazione  di un alto livello di padronanza della disciplina. Il Reishiki non è  qualche cosa di fisso, una sorta di rituale immutabile, in cui sia sufficiente seguire delle formule per fare bene. Esso è vivente e nessuna esecuzione meccanica potrà mai rimpiazzare la vera comprensione  del senso profondo di Reishiki. Si tratta piuttosto di un linguaggio senza parole in cui l’esecuzione corretta, dettata da una percezione  giusta delle circostanze, permette ai praticanti di esprimere una  attitudine, un senso e una comprensione, morbida e piena di sfumature,  di se stesso e del suo posto nel qui ed ora.


Durante il passaggio di grado il rispetto di Ukè e la concentrazione fanno parte di Reishiki.


Durante  gli esami il candidato deve essere in grado di dimostrare la propria  comprensione di etichetta attraverso la sicurezza che egli dimostra  nell’ esecuzione di Reishiki in tutte le situazioni. Vale adire  attraverso la percezione e la valutazione corretta della situazione,  egli sa quello che deve fare, come lo deve fare, e in quale momento, e perché. Il candidato si assume la responsabilità di se stesso in  coordinazione con la situazione globale dello esame.


Abbigliamento:

Keikogi  ed Hakama in buono stato e puliti. Zori compatibili con una pratica di  un Budo. E’ da notare che durante i passaggi tutti i Candidati in attesa devono conservare la propria verticalità se e possibile in posizione di  seiza. Alla fine dell’ esame il Candidato eseguirà il processo inverso  per lasciare il tatami.


Allorché  il Candidato da esaminare è chiamato dalla Giuria egli si alzerà con le  proprie armi nella mano destra e prenderà posto in seiza di fronte alla Giuria e al Kamiza sui segni indicanti la distanza di cinque metri dal  centro della zona del tatami riservata agli esami del proprio gruppo. Vale a dire che Tori ed Uke sono a dieci metri l’uno dall’ altro. Egli collocherà le proprie armi in ordine di dimensione dietro di se in modo  tale che ne le punte nel il taglio delle armi sia rivolto verso il  Kamiza e attenderà il proprio Uke. Uke farà la stessa cosa. E’ da notare  che Tori incomincerà il proprio esame con un Uke scelto e qualsiasi  cambiamento di Uke intervenga, Tori incomincerà Buki waza con l’ Uke  iniziale e chiuderà (durante il Reishiki finale) l’esame con lui. I due  Candidati avanzeranno o in shikko o alzandosi in piedi fino ai segni che li separeranno di sei metri. I Candidati si gireranno contemporaneamente verso la giuria e ne solleciteranno il saluto. In seguito si rimetteranno di fronte e si saluteranno. L’ esame incomincia. Durante l’esame il Candidato continuerà a eseguire il movimento  richiesto dalla giuria fino a nuova richiesta. Allorché la Giuria  domanderà un cambio di Uke nel corso dell’esame i Candidati si  fermeranno e si saluteranno ad una distanza conveniente. Uke si metterà  nella posizione nella quale si trova Tori per salutare (seiza se tori in  seiza etc). Il saluto in quel momento sarà spoglio, succinto ma corretto. L’Uke che ha aperto l’esame si metterà in seiza davanti alle  proprie armi alla distanza di dieci metri attenderà il seguito del  proprio intervento. Il nuovo Uke scelto tra i Candidati avanzerà fino ad una distanza consona lo saluterà succintamente ma correttamente quindi l’esame continuerà.


Il Reishiki non è un codice rigido e immutabile.


Il  Reishiki é non solo un insieme di norme, e uno strumento per la difesa  dello spirito culturale della disciplina nei suoi principi educativi, è  parte di ciò che permette di essere gruppo, che condivide la necessità  della mutualità tra i praticanti. Un Reishiki (in senso profondo,  realmente compreso da tutti, anche nei suoi significati impliciti e non manifesti) non può essere imposto ma va condiviso.


1) Kamiza

Per  chi organizza lo stage un punto di importanza é nella organizzazione di  un kamiza rappresentativo. Effigie del fondatore, un supporto decoroso coperto da un drappo di colore chiaro e a tinta unita, dei fiori freschi  o una composizione di fiori secchi, altri piccoli particolari d’  ambiente congrui, sono fortemente preferibili ad ogni altra soluzione.


2) La Puntualità

Non è una opzione. Uno stage comincia alcuni minuti prima del saluto. Per  tanto la maggior parte dei praticanti deve essere già seduta a formare una linea ordinata e nel frattempo ognuno dovrà limitare al massimo il  volume della propria voce. I ritardatari, che siano incolpevoli o  cronici, sono tutti uguali. Essi si disporranno al margine del tatami sul Iato opposto al kamiza in attesa che il maestro (conduttore), Quando ciò accade  il ritardatario eseguirà un saluto al kamiza in seiza ed in identica  posizione eseguirà un saluto al conduttore del corso.


3) Gli Zoori

Dovranno rigorosamente essere disposti sul lato opposto al kamiza senza eccezioni salvo per quelli del Maestro.


4) Riscaldamento

Se  alcuni desiderano eseguire nei minuti precedenti un riscaldamento  particolare é opportuno che, oltre a non costituire un momento di  spettacolo per la platea, termini con sufficiente anticipo al momento in  cui ci si dispone per il saluto. Più il grado e elevato più il proprio  riscaldamento e un fatto semplice, assolutamente privo di esibizionismi.


5) Permessi

Se  per qualsiasi eventualità il praticante dovesse allontanarsi dal tatami  va eseguita una cortese richiesta di permesso al conduttore dello stage  (e a nessun altro ). Alla ovvia risposta positiva un piccolo saluto,  come forma di rispetto, sarebbe dovuta mentre obbligatorio è il saluto  abbandonando il tappeto.


6) Dimostrazione delle tecniche

Vi  é un momento particolare dello stage che si ripete con costanza ovvero  la spiegazione della tecnica. Lo spazio occupato dal Kamiza fino a  quèllo occupato dal maestro conduttore del corso deve essere libero dai  praticanti, nessuno deve mostrare direttamente la schiena al Kamiza.  L’uke designato attende in posizione di seiza o semi accosciata fino al momento in cui e richiesta la sua azione. Tale cosa si ripeterà ogni  qualvolta l’azione é sostituita dalla spiegazione verbale. Al termine, un saluto in seiza al Maestro per l’ insegnamento privato accordato é  d’obbligo. I fruitori della spiegazione sono tenuti ad un comportamento consono, seppure compatibile con le condizione fisiche del momento.


7) Il lavoro con un compagno

Al  momento della ripresa del lavoro si saluta il compagno a noi più  prossimo, certamente non quello preferito. Soprattutto la scelta e una  azione discreta, senza richiami ad alta voce o strattoni al keikogi.  Seppure sia gratificante lavorare sempre ed esclusivamente con persone  di pari o superiore livello é opportuno dedicare ai kyu almeno il cinquanta per cento del proprio lavoro, inoltre non é corretta una  pratica che isoli il praticante in una unica zona del tatami. Un aspetto  importante della pratica e il rispetto del proprio compagno e di quelli  adiacenti alla zona in cui lavoriamo.Questo rispetto si concretizza:

A)  La velocità delle tecniche é compatibile con le capacità e le  condizione del compagno al di là della disponibilità e al masochismo  dello stesso.

B) La direzione del  lavoro deve tenere conto delle coppie che lavorano per evitare di  proiettare il proprio compagno in una zona pericolosa per il medesimo o  per i terzi.

C) La gratificazione di  far eseguire una proiezione, o di eseguirla se si è Uke, deve essere  assolutamente subordinata alla sicurezza di chi ci sta vicino.

D)  Un ritmo di lavoro tra i partner che crea il vuoto attorno (un vuoto  che si crea sulla base del timore di incidenti che coinvolgerebbero  estranei) è una cosa molto lontana dall’ Aikido.

E)  Se si applicano leve non commisurate al compagno, o si usa una  spropositata forza in rapporto alle potenzialità di risposta siamo di  fronte nella migliore delle ipotesi ad una incapacità di auto  valutazione, in altro caso ad una forma di esibizionismo dimostrativo  che nuovamente non è compatibile con la disciplina Aikido.

F)  Lavorare sempre ed esclusivamente con i propri amici piuttosto che  perdere il proprio tempo con coloro che non si conoscono e lasciare in  questi ultimi un idea falsa della capacità di accoglienza di un gruppo.

G) Il saluto all’ Iinizio ed alla fine della pratica di coppia e d’ obbligo.


8) Conclusione dello stage

Alla  fine di uno stage ed esaurito il cerimoniale dei saluti (Kamiza,  Maestro, ultimo compagno di lavoro) vi é il tempo per piegarsi l’hakama  se si é un graduato ( e in proposito va ricordato e ribadito che negli  stages nazionale e regionali i kyu non possono indossarla. Può essere  concessa l’eccezione per il° kyu previo consenso di chi dirige lo stage richiesto dall insegnante dell’ interessato), in ogni caso bisogna  evitare di soffermarsi troppo in atteggiamenti non consoni. Si può certamente compiere qualche movimento di Aikido atto a rivedere qualcosa  dello stage appena concluso, ma è da evitare la messa in scena di una  rappresentazione pubblica. Quanto sopra esposto é il punto di partenza  di un lavoro sulla riaffermazione di un sistema di piccole regole atte a  creare un ambiente particolare in uno stage. E’ ovvio che tale clima va  preparato nei corsi da parte degli istruttori che devono ristabilire  una coerenza con gli aspetti etici della disciplina. Anche gli esami di  grado sono un momento in cui il rispetto di un Reishiki condiviso si  devono esplicitare al fine di divenire educativo per l’ atteggiamento e  per l’ esaltazione delle caratteristiche della disciplina. Tutto il  corpo istruttori deve comprendere che la prestazione non é tecnica.


Integrità

La conoscenza di se stessi permette di preservare il partner. Ovviamente un incidente è comunque un evento casuale che potrebbe  determinarsi al di là di errori specifici o, comunque, per una serie di  con cause. Diverso é l’ atteggiamento di chi non si cura di prestare  attenzione all’ integrità del proprio compagno. In ogni momento della pratica i due artisti marziali si fronteggiano con rispetto, serietà e sempre nell'ottica di aiutarsi. Questo atteggiamento permette all'integrità di essere parte della pratica.

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